Se vi state chiedendo se la Propoli ha una qualche chance di difenderci dal Covid-19 (il nuovo famigerato Coronavirus), mi sento di affermare che la risposta è SI perchè un opportuno estratto idroalcolico di propoli ha la capacità di diminuire considerevolmente l’attività infettiva e le capacità di sopravvivenza di vari virus patogeni sui quali è stato testato, sia “in vitro” che “in vivo”. Ma andiamo con ordine, perché intendo far parlare la letteratura scientifica, della quale riporterò dei piccoli estratti nei prossimi post…

Un Articolo di carattere generale (giusto per cominciare)… 

Cominciamo con un articolo riguardante le attività antimicrobiche in generale: Antibacterial, antifungal and antiviral activity of propolis of different geographic origin – Journal of Ethnopharmacology 64 (1999) 235–240. Gli autori sono ricercatori e professori dell’Accademia delle Scienze di Sofia (Bulgaria) e quest’articolo è un attimo esempio di studio “in vitro” delle attività antimicrobiche di estratti di propoli provenienti da varie parti del mondo. La parte che riguarda i test di attività antivirale è stata fatta su colture virali di influenza aviaria (ricordate l’H1N1?). Ebbene le conclusioni sono state che la quasi totalità degli estratti ha mostrato attività antivirale degne di nota, e questo nonostante una analisi dei vari costituenti chimiche degli estratti in questione abbiano mostrato profili qualitativi e quantitativi sostanzialmente molto diversi. Questo ce la dice lunga sul perché la propoli non è e non sarà mai appannaggio dell’industria farmaceutica: quest’ultima basa i suoi obiettivi standard sulla individuazione di poche singole sostanze di cui sia chiara ed inequivocabile l’azione curativa. Dallo studio suddetto invece si evince che le singole componenti della propoli non hanno granché di attività, ma è l’effetto sinergico di un pool di decine e decine di sostanze (soprattutto i flavonoidi e gli olii essenziali) la vera potenza di questo rimedio. E per di più tale pool di sostanze cambia molto a seconda dell’area geografica di provenienza.

Cosa dice la scienza ufficiale in proposito? 

Molte persone a questo punto si staranno chiedendo se esistono dei dati clinici, se sono mai state fatte ricerche scientifiche in merito… ebbene, la scienza ha già indagato su parte di questa azione antivirale. Si tratta di meccanismi alquanto complessi, ma intanto si è per ora appurato che:

– la propoli svolge un’azione inibente nei confronti dell’ Herpes simplex di tipo 1 e 2 ,Coronavirus e circa dieci tipi di infezioni virali (influenza A e B, parainfluenza 1,2 e 3,Adenovirus, virus respiratorio sinclinale ed altri).

– L’azione sembra essere dovuta ad una limitazione dell’aggancio e della penetrazione del virus nelle cellule per interferenza della propoli con le neuraminidasi virali. L’attività è dovuta soprattutto ai flavonoidi, in particolare galangina, kempferolo, quercetina, ma anche acido caffeico e i suoi esteri (in particolare il CAPE).

– La propoli ha azione diretta nei confronti dell’ Herpes e dell’Adenovirus, perché ne inibisce la crescita e rallenta la sua moltiplicazione.

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